Se vi capitasse di sentire il termine katana 刀, immagino che alla maggior parte verrebbe in mente la spada giapponese, vero e proprio simbolo del guerriero samurai. Ragion per cui è lecito sostenere che faccia parte, oltre che del retaggio culturale giapponese, anche dell’immaginario comune occidentale relativo al Giappone. Ma se sentiste il termine tsuba?

Premessa: aldilà dell’esotismo a priori che qualsiasi cosa sia legata ai samurai e al Giappone antico crea in occidente, ciò che molti non sanno è che il katana non era solo un’arma: si credeva infatti racchiudesse l’anima del suo portatore, e che fosse essa stessa dotata di damashii 靈, vale a dire di spirito vivente. Pertanto l’enorme importanza attribuita alla spada in ogni suo aspetto era più che giustificata, tanto in termini di perizia nella fabbricazione quanto di eleganza stilistica ed estetica. Proprio per quanto riguarda questo secondo aspetto vorrei oggi portare alla luce un elemento spesso trascurato quando si parla di spade giapponesi. Parlo dello tsuba 鍔, quella che possiamo tranquillamente definire la guardia, o l’elsa, della spada.

Posizionata tra la lama e l’impugnatura, solitamente di forma circolare o leggermente ovale, nella stragrande maggioranza dei casi non ricopriva un ruolo di grande protezione per la mano, in quanto molto piccola (solitamente intorno ai 7 cm di diametro, variabili in funzione della dimensione della spada). Dal punto di vista marziale aveva piuttosto una funzione d’appoggio per il pollice e l’indice, in modo che la mano del combattente non scivolasse sulla lama e non perdesse la presa dell’arma.
Sostanzialmente però la sua utilità pratica di guardia si esauriva qui. Lo tsuba infatti era uno dei tanti accessori della spada che la rendevano un oggetto assolutamente personale e simbolico, un biglietto da visita per la propria spada. Vere e proprie opere d’arte: forgiate, incise, intarsiate dai migliori maestri spadai dell’epoca, potevano avere le forme più curiose, anche se spesso presentavano raffigurazioni di personaggi, animali e spiriti delle leggende e dei racconti popolari. Naturalmente tsuba di qualità così alta erano di norma prerogativa dei samurai più ricchi e potenti, nondimeno l’enorme quantità di questi oggetti giunta fino a noi dimostra come anche i samurai di rango più basso facessero il possibile per una reperire una guardia di pregio e, di conseguenza, impugnare un’arma degna di maggior rispetto.

Volpe, scimmia e gru, sono animali fortemente simbolici e ricorrenti nei racconti popolari giapponesi, così come l’anziano. Arco e cavallo erano invece le due pietre miliari della strategia militare, prima dell’esponenziale crescita in importanza della spada e dell’evoluzione tattica con schieramenti di soldati a piedi. (Foto: Giorgio Carmina)
La forgiatura degli tsuba è un’arte molto antica, praticata ancora oggi. Se volete rifarvi gli occhi, con esemplari dai più antichi fino ad altri più recenti, vi basterà fare una semplice ricerca per immagini su Google digitando la parola tsuba, o in alternativa provate a fare copia e incolla con il carattere giapponese 鍔!
Sull’importanza della spada nella cultura giapponese scriverò ancora, all’interno del mio progetto di ricerca sulla rilevanza antropologica del pensiero e della cultura samurai nella costruzione identitaria giapponese.
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